Salvietta150x40 - Una Web Developer, Blogger, Creative Thinker, Social media enthusiast, expat italiana a Palma di Mallorca, co-fondatrice di @manoweb ed ora mamma

martedì, dicembre 16, 2008

martedì, dicembre 16, 2008
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Ore 9.35 del mattino, il MegaDirecturNonCapiscoUnaCeppaFiguriamociDiProgrammazione arriva in ufficio.
Completo Armani e Nike, che fa tanto american style, camicia di una particolarissima tonalità viola melanzana, riscontrabile solo nella grande barriera corallina al largo delle coste del Queensland.
Si siede sulla sua poltrona reclinabile-massaggiatrice (perchè nasconde una thailandese capace di agire sui meridiani energetici), costituita da una struttura di acciaio cromato, dall'imbottitura in schiuma poliuretanica e rivestimento in pvc, martellato dal bellissimo effetto pelle con fiore impunturato capitonè, impermeabile, traspirante e antivento, dalla quale a stento scendono le gambine dalle movenze isteriche e accende il Pc con tastiera retroilluminata.
(prendo fiato)
In attesa della prima schermata sbircia dalla finestra: traffico, pioggia, mare mosso.
Si aggiusta gli occhiali modello unisex-stainless steel con stanghette flessibili.
Consulta le previsioni metereologiche on-line e poi si dedica alla lettura del suo blog preferito, CAMA REDONDA.
Legge l'oroscopo.
Si fa portare un bicchierone di caffé dalla sagretaria: un panzer di 138 kg con il look di Platinette e la pettinatura di Alvaro Vitali in “Dove Vai Se Il Vizietto Non Ce L'Hai? ”.
Un occhiata veloce sulla casella di posta, troppi CC, e FW CCO, richiude.
Apre word, clicca su progetto top secret.
Si mette a pensare.
Sospira e poi digita una serie di caratteri con font Arial, decisamente elegante.
Si infila il mignolo nell’orecchio sinistro e inizia a sondare la possibilità di scoprire un giacimento di ambra sedimentato da tempo.
Cancella i sette caratteri e alza lo sguardo verso l’alto in cerca di una folgorante illuminazione.
Emette un peto fragoroso. Si spaventa. Si volta guardingo. Non c'è nessuno.
Eppure è un openspace.
Cerca il modo più rapido e discreto per aprire una finestra.
Non ci sono finestre, solo pannelli di cristallo fissi. Accende l’aria condizionata.
Un’ondata di pulviscolo parassitario lo investe.
Ritorna con lo sguardo fisso al Pc.
Citofona alla segretaria e le chiede di convocare il project manager addetto al progetto “arcisuper top secret”. Con tono autoritario, con accenti che toccano il biasimo, l’ira, la denuncia spietata e diretta, esige un informe sull’avanzamento lavori, dimenticandosi che il progetto è stato annullato due mesi prima.
Indice una riunione straordinaria senza oggetto e si fa preparare la saletta riunioni cieca con la moquette rosa sbiadito.
Comincia il discorso con foga e disegna con le parole voli pindarici, circumnavigando intorno ad un’orgia di vocaboli profusi di nulla che lievita ad ogni virata, aggiungendo un crescendo vocale per sottolineare i punti cruciali.
I partecipanti vengono coinvolti in un processo di sublimazione dell’ego, alla fine del quale nessuno ha capito un emerito cazzo.
La seduta è tolta. Si ritorna alle scrivanie.
E’ ora di pranzo. Si infila nel ristorante aziendale per comprarsi un panino farcito con pancetta, lattuga, fettine di pomodoro e maionese alle erbette.
Ritorna in un ufficio con il panino e una coca-cola zero. Per non perdere tempo mangia davanti al computer mentre consulta con vivo interesse una rivista di moda. Deglutisce un primo bolo in preda all’eccitazione davanti ad un paio di enormi tette pompate con 40 litri di silicone biocompatibile a formulazione coesiva.
Rientrato da una seduta plenaria nel bagno, si rimette a lavoro.
Comincia a scrivere un’email ma poi si dimentica a chi era diretta. La cancella. Cambia l’ordine delle cartelline sulla scrivania e si fa servire un altro caffé dal panzer. Consulta un sito web specializzato nell’organizzazione di battute di caccia all'upupa mallorquina e fa un paio di telefonate per aggiornarsi sull’andamento di alcuni progetti che non lo riguardano.

E’ stata una giornata intensa. Stremato dagli eventi se ne va a casa. E’ un eroe. Sente il peso della gloria addosso.
La fama lo sovrasta.
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