Salvietta150x40 - Una Web Developer, Blogger, Creative Thinker, Social media enthusiast, expat italiana a Palma di Mallorca, co-fondatrice di @manoweb ed ora mamma

venerdì, marzo 22, 2013

venerdì, marzo 22, 2013
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Io l’ho già visto quel tipo.

Sì, quello claudicante con il bastone laccato e le orecchie da porcellino d'india.

Chissà dove? Chissà quando?

Ogni giorno mi sfilano davanti agli occhi un centinaio di facce, anonime ma riconoscibilissime , capite?

Mi fa quasi impressione. Uscire e continuare a vedere facce anonime riconoscibili.

Tutto ciò esprime un concetto ovvio che offre una vaga idea del numero degli abitanti di questa cittadina, compresi i sin papeles, clandestini di cui non esiste traccia documentata, i senza tetto, i crucchi invasori (perché cosí son visti dagli autoctoni maiorchini), i giovani disoccupati ribattezzati da me ed Holy gli ANOUANAUÈ (perché ricordano i personaggi americanissimi di Dawson Creek) e infine lo Stifler aka The Stifmeister incontrato oggi sul bus.

Il miglior punto d’osservazione sotto l’aspetto antropologico, infatti, é e sará sempre l'autobus.

Qui, in questi meandri che ricordano l'Averno in estate e la 'Fortezza della solitudine' di Superman d’inverno, è possibile portare avanti ricerche e studi comparati su gruppi etnici in via d’estinzione, società primitive e popolazione barbariche moderne, evincendone i caratteri morfologici e fisiologici nonché alterazioni psichiche e tratti somatici criminali. Lombroso ci andrebbe a nozze.

Seduti sui sedili di plastica rigida grigia e rossa e con evidente difficoltá a toccare con i piedi per terra, per quanto mi riguarda, è possibile esaminare lo tsunami di soggetti che attraversa in uscita od in entrata le porte di questo parallelepipedo mobile, quasi tutti uniti da un unico comun denominatore: l’espressione da martire abbacinato causata dall'arcobaleno degli olezzi inalati.

Oh, oh, oh, qui vicino a me c’e un esempio di etnia estinta o meglio creduta tale. Il soggetto ha le palpebre serrate, non si muove. L'autobus frena. Resta immobile. Si tratta probabilmente di un antico abitante imbalsamato o mummificato, lasciato sul bus come reperto storico per documentarne l'esistenza.

Alce Nero siede poco piú avanti to ha la barbetta frastagliata che vibra ogniqualvolta le porte si aprono. Trattasi di peli radi, arricciati sul mento e sulle guance, dovuti all'opera di manutenzione scarna effettuata probabilmente con una falciatrice BCS diesel con motore Acme.

E poi il signor NASO. Un naso ipnotizzante, come il pendolo di Foucault. Un orpello dalle proporzioni boteriane e dalla forma che ricorda Le pigeon aux petits pois di Picasso.

Nel bel mezzo della Comédie Humaine io e Holy abbiamo individuato il bi-sedile hardcore. Un ragazzo ed una ragazza in stato di lussuria avanzato, sono in piena esplorazione del corpo umano. In confronto la fú protagonista di "Prendila è tua" sembra Anna dai capelli rossi.

Intanto c'é chi si annoia ed invade il campo visivo altrui con sbadigli che incitano all'imitazione come gorghi dalle spirali infinite.

RONF RONF.
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2 commenti:

  1. Yeeeeeh!!!
    Ahahhahahah!
    Ho sempre voluto scrivere anche io un post sulla flora e la fauna AUTOBUSiatica della capitale...ed ora anche della poco ridente cittadina di C (anche se qui sarebbe ancor più da manuale il modo in cui guidano!). Ogni volta che prendo i mezzi sento la voce di Piero e Alberto Angela che descrivono i tratti più salienti di chi sale e chi scende dal "parallelepipedo mobile".
    Propongo di girare un documentario, lunedì chiamerò Neri Marcorè.

    P.S. Ma il signor Naso? E' peggio di mio marito? Ahahahahahahahah!

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  2. Comunque...quando chiami mio cognato, "mio marito" mi fa ancora strano :-D

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