Il dì di festa

Che dormita! In occasione del Columbus day, qui festa nazionale, ho potuto rotolarmi nel letto fino alle 11.

La prima cosa da fare è aprire la finestra per far entrare in maniera decisa una bella ventata di monossido di carbonio, partecipando alla gioia dei passanti e al buon umore degli automobilisti bloccati in coda che, per ammazzare il tempo, si dilettano nell’esecuzione della Cavalcata delle Walkirie usando il clacson.

L'ilare clima festivo comporta anche il profilarsi di folkloristici personaggi, come Mr Pippo, il pizzaiolo ambulante, fratello di PIPPO's, titolare della pizzeria sotto casa, la cui attività principale è quella di aggirarsi ramingo e derelitto con il suo inconfondibile camioncino tra gli isolati ed adescare tutti i bambini del quartiere con la sua inquietante musichetta.

Brivido dietro la schiena, da un momento all'altro mi sarei aspettata un clown sbucare da un tombino: “lo vuooooi un palloncino? Vieni a galleggiare con meee”

Ho scoperto poi, che i Mr Pippo sono una decina ed io ho la fortuna di averne uno che si occupa solo del mio isolato, rendendo piacevolissima la mia permanenza in casa.

Mentre osservavo assorta la città in festa, noto un tipo tra il losco e il faceto.
Indossava un completo stile carcerato chic e una coppola alla Antonino Giuffrè (noto boss mafioso che ossessionava i miei deliri infantili, detto "Manuzza" per quella mano destra strappata via da una fucilata durante una battuta di caccia), un paio di Ray-Ban alla Top Gun; procedeva a zig zag con l’andatura molle e disarticolata tipica di un cantante rap.
Si muoveva continuamente, ora sistemandosi le borsette a tracolla, ora mettendosi a posto la casacca, quasi fosse affetto da artrite reumatoide avanzata, e con gesti maniacali, continuava a sistemarsi i pantaloni, proprio la, con una bella mano a cuppoliella quasi volesse sincerarsi della SUA presenza.

Una domanda bussava al mio cervello ancora assopito: perché a certa gente non infilano una bella camicia bianca con le maniche lunghe lunghe lunghe da allacciare sul retro?

Mentre la mia testa cercava di risolvere l'annoso quesito, ecco le gemelle Kessler in versione gothic-punk-vamp.

Camminavano a passo coordinato, vestite completamente di viola, per un calamitoso effetto cattura-sfiga, indossando dei cappelli dimensione sombrero e borse rosa ornate con penne di struzzo finte, viola e rosse. Procedevano in strada con lo sguardo meditativo del cappone sardo.

Nel complesso, decisamente inquietanti.

Ma ecco comparire un'immancabile nonnina, probabilmente affetta da demenza senile, una serafica signora tra i 99 e i 102 anni, dai capelli candidi come la neve, raccolti con due codini che le scendevano sulle spalle, occhialoni alla Angie Dickinson (l’Agente Pepper), borsa zebrata e culo di un elefante africano.

Irretita da cotanto spettacolo, vengo interrotta dal dirimpettaio, un pacato metallaro con la faccia di Iggy Pop e la pettinatura di Nick Rhodes ai tempi di “Wild Boys”, che procedeva dritto verso il garage a velocità Mach 2 con vibrazioni in grado di raggiungere i nervi dentali causandone la devitalizzazione.

Con un pò di fortuna, poi, riesco ad assistere allo spettacolo gratuito “la contesa dei cani”: un chihuaua sfida a singolar tenzone una specie di alano grigio nella speranza di vincere un francobollo di terra per liberarsi delle scorie interne.

Il che mi ricorda che io, a differenza della Marcuzzi, non ho bisogno di Activia.